I mercati azionari sono ai massimi valori di sempre? Analizzando i più importanti indici sembrerebbe proprio così.

Msci World (paniere di migliaia di titoli a livello globale) quota 3.512 $, S&P 500 (indice delle 500 principali azioni Usa) 5.473 $, Nasdaq (aziende Usa tecnologiche) 17.855 $, valori effettivamente mai raggiunti nei precedenti anni. Dati inconfutabili che suggerirebbero un’uscita da questi mercati per rifugiarsi in comparti più sicuri come quelli obbligazionari, che peraltro da qualche mese e presumibilmente per qualche anno garantiranno rendimenti interessanti.

Ma se penso alla parola “massimi” il mio cervello mi propone l’immagine di una “bolla” e inevitabilmente ricompare il ricordo dell’ 11 settembre del 2001, data che ha cambiato il corso della storia mondiale e che segnò anche la fine, già avviata ed annunciata della miracolosa crescita delle dotcom, le aziende che avevano creduto ed investito in Internet e nel Web. Chi aveva previsto un forte ribasso aveva avuto ragione, il Nasdaq perse nel giro di un anno oltre il 70% del suo valore, scatenando un ribasso generalizzato su tutti mercati (Msci World  e S&P hanno perso oltre il 40% nello stesso periodo) e chi ha deciso di uscire dai mercati ha ovviamente incassato la perdita.

Ma cosa è successo a chi non ha seguito il “gregge” ed è rimasto investito? Msci World oggi quota 3512 $ (+ 163% dai famosi massimi del 2000), S&P 5.473 $ (+290%) e il Nasdaq 17.857 (+296%).

Aspettare di investire o addirittura disinvestire perché i mercati sono ai massimi è frutto solo delle nostre paure che ci portano a prendere decisioni sbagliate e perdere opportunità di veder crescere il proprio patrimonio.

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