le plusvalenze nel calcio
le plusvalenze nel calcio

Tra una domanda sugli effetti dell’inflazione e un’altra sugli scenari del conflitto in Ucraina alcuni clienti, specie quelli che hanno investito una parte dei loro risparmi nel settore Sport & Benessere mi chiedono chiarimenti sul fenomeno delle PLUSVALENZE nel mondo del calcio.

Provo a scrivere due righe cercando di semplificare al massimo i concetti.

Come noto la Procura di Torino a dicembre del 2021 ha accesso i riflettori sui bilanci di alcune società professionistiche, dopo le denunce di sospette irregolarità su alcuni trasferimenti di calciatori da parte della Covisoc (Commissione di Vigilanza delle Società di Calcio).

Ma cosa sono le Plusvalenze e perché oggi questo termine assume una notazione così negativa?

In realtà le plusvalenze sono elementi POSITIVI nel Bilancio di qualsiasi società, in quanto rappresentano un incremento di valore di beni (immobili, azioni, rami d’azienda…), generando un flusso soggetto a tassazione… sono un traguardo per qualsiasi imprenditore!

Come si genera una plusvalenza con la compravendita di calciatori?

Il valore del calciatore è iscritto in Bilancio come un “diritto pluriennale” al valore di acquisto, e poi ridotto annualmente in funzione degli anni di durata contrattuale. Generalmente si utilizza il metodo a quote costanti, anche se alcune società come Napoli e Udinese utilizzano ammortamenti a quote decrescenti
Supponiamo ad esempio che la Società Alfa acquisti nel 2022 il calciatore Pippo al prezzo di 10 milioni con contratto di 5 anni. Nello Stato Patrimoniale la società iscriverà nell’attivo i diritti per 10 milioni, mentre nel conto economico registrerà un costo di 2.000.000. Nel 2023 e fino alla scadenza del contratto si procederà con l’ammortamento di 2.000.000 annuali, riducendo di pari importo il valore del calciatore che nel 2026 sarà contabilmente azzerato.

Se la società decidesse di vendere Pippo nel 2024 ad un valore di 6 milioni (inferiore a quello pagato nel 2021) generebbe una plusvalenza (e quindi un ricavo…) di 2 milioni, in quanto il valore residuo del calciatore sarà di 4 milioni: aumento di utili per la società, maggiori entrate per il Fisco.

Quando le plusvalenze diventano un abuso?

La valutazione dei calciatori, pur facendo riferimento a una serie di parametri come l’età, le presenze, l’esperienza, il club di provenienza, le reti segnate è frutto anche di analisi soggettive e insindacabili come l’importanza di quell’atleta per il gruppo, la necessità di rinforzarsi, le sinergie con altri componenti della rosa, le prospettive future…

Dalle notizie di calciomercato si nota come giocatori apparentemente normali vengano acquistati a prezzi da top player… ecco cosa accade:
Pippo nel 2023 ha un valore residuale di 4 milioni per Alfa.
Pluto nel 2023 ha un valore residuale di 2 milioni per la società Gamma.

Se le società decidono di valutare i diritti di entrambi per 5 milioni possono effettuare uno scambio “alla pari” senza un effettivo esborso finanziario e realizzare entrambi una plusvalenza (Alfa per 1 milione, Gamma per 3 milioni). Sono le cosiddette plusvalenze “baciate” o “a specchio”.

Ma perché le società fanno questo?

Con l’introduzione del Financial Fair Play (la norma è stata varata nel 2010 e a regime dal 2013) l’Uefa intendeva mirare all’autofinanziamento del sistema calcio, alla riduzione del livello di indebitamento e a un reindirizzamento degli investimenti in infrastrutture, nonché a una migliore gestione dei vivai di giovani calciatori. Un ruolo chiave, nel Ffp, è affidato al requisito del break-even, che impone sostanzialmente la copertura dei costi con i ricavi, ossia il pareggio di bilancio.

Proprio questa imposizione, soprattutto negli anni della pandemia in cui c’è stata una forte contrazione dei ricavi tipici (biglietti, sponsor, diritti tv…) le società hanno fatto leva sulle plusvalenze per rispettare il principio di break-even.

Quali le possibili soluzioni?

Per porre fine al fenomeno delle plusvalenze fittizie il presidente della Fifa Gianni Infantino (numero 1 del calcio mondiale) ha annunciato una riforma che dovrebbe partire nel 2022 fondata sulla creazione di un algoritmo che possa rendere oggettivo il valore di un calciatore nel mondo.

Su questa soluzione si è espresso criticamente il presidente della Ficg Gabriele Gravina che pensa che il criterio di oggettività non sia compatibile con leggi di libero mercato e che nessun tribunale ordinario potrebbe mai accettare un simile parametro; la federazione italiana sta lavorando su altre soluzioni che partono dall’ipotesi di non considerare le plusvalenze ai fini dell’iscrizione ai campionati.

Vincenzo Faragalli
Consulente Finanziario

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