Passano solo pochi anni dal dissesto finanziario generato dai mutui residenziali statunitensi e un’altra grande crisi incombe sui mercati, ma stavolta l’epicentro è l’Europa…
La crisi dei mutui subprime, partita dal sistema finanziario di New York si era presto propagata nell’economia reale generando una forte contrazione del Più di tutti i paesi industrializzati… dagli Usa fino all’Europa.
Solo grazie alle poderose misure fiscali adottate dai governi e alle politiche accomodanti delle Banche Centrali dal 2009 gli Stati Uniti e le principali economie avanzate danno vita ad un’importante processo di ricrescita economica… il PIL americano nel 2010 raggiunge i livelli pre-crisi!
La situazione nell’Eurozona
In questa fase di rilancio dalla crisi l’Europa si presenta però distinta in due grandi blocchi… da un lato stati con un basso livello di debito pubblico ed economie solide (la Germania e la Francia…) dall’altro paesi più vulnerabili come Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna… Piigs è il termine dispregiativo coniato dalla stampa anglosassone per indicare i cinque stati europei economicamente più deboli!
Nell’autunno del 2009 il primo ministro George Papandreou rivela pubblicamente che i bilanci economici trasmessi dai precedenti governi greci all’Unione europea erano stati falsificati con l’obiettivo di garantire l’ingresso della Grecia nella Zona Euro… Ha inizio ufficialmente la crisi del debito sovrano!
Nel 2010 emerge la crisi del sistema bancario Irlandese… il Governatore della banca centrale rileva che le perdite delle banche domestiche ammontano a 85 miliardi di euro (pari al 55% del PIL) dichiarandone lo stato di dissesto finanziario!
Anche in Portogallo, uno dei paesi con il minor tasso di crescita nell’Eurozona il debito pubblico arriva a raggiungere livelli insostenibili… dal 3% richiesto dalla Ue si passa ad un rapporto Debito/Pil di oltre l’11%. Inevitabilmente lo spread sulle emissioni di bond lievita da 500 fino a 1000 punti base… Nel 6 aprile del 2011 il premier José Socrates annuncia in televisione la richiesta di aiuti internazionali per scongiurare l’imminente bancarotta del Paese!
Tra il 2010 e il 2011 la Commissione Europea, la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale, la cosiddetta Troika, intervengono a sostegno di questi tre paesi con un piano di salvataggio di oltre 270 miliardi di euro!
Anche la Spagna esce con le ossa rotte dalla crisi dei mutui… nel 2011 la disoccupazione è ai massimi storici e il debito pubblico raggiunge livelli record sfiorando il 70% del rapporto con il Pil… la crisi spinge i titoli di stato iberici decennali oltre il 7%… aumentano sui mercati i timori di un default!
Ma la crisi si manifesta in tutta la sua gravità quando colpisce la terza economia europea; l’Italia… nel novembre del 2011 il differenziale di rendimento rispetto al Bund tedesco, il cosiddetto spread, raggiunge i 500 punti base e il rendimento dei Btp schizza a livelli superiori al 7%! L’instabilità politica del paese, la percezione degli investitori internazionali, la preferenza per i titoli tedeschi e non da ultimo un contagioso effetto speculativo sono i fattori che determinano una situazione di grave difficoltà per il nostro paese.
La crisi del settore bancario
Sui mercati finanziari europei si generano tensioni che si riflettono principalmente sul comparto dei Bancari che registrano perdite rilevanti (l’indice future Eurostoxx 600 Banks nel 2011 è passato da una quotazione di 188 € al valore di 88 € con una perdita del 53%); in questo scenario si crea inoltre una situazione di forte contrazione dell’erogazione del credito, sia attraverso l’irrigidimento degli standard di concessione sia attraverso un aumento dell’onerosità dei finanziamenti tale da scoraggiare le imprese a ricorrere al credito… il Credit Crunch durerà per diversi mesi contribuendo a rallentare il processo di rilancio dell’economia reale!
Gli interventi della Bce… la Fase 1.
Per contrastare gli effetti devastanti della crisi la BCE interviene in una Fase 1 adottando una serie di azioni di natura convenzionale e non convenzionale per arginare gli effetti della crisi. Accanto alla riduzione progressiva del tasso di interesse sulla moneta unica, la Banca centrale approva un sostegno al “credito rafforzato” per il settore bancario e finanziario della zona euro al fine di sostenere le condizioni di finanziamento e i flussi di credito.
Inoltre, per arginare l’attacco speculativo al debito sovrano di diversi Stati membri, la BCE lancia il Securities Market Programme (SMP) sostenendo i titoli di stato dei paesi in difficoltà…
La Fase 2… whatever it takes…
Ma il punto di svolta nella gestione della crisi del debito sovrano dell’Eurozona è nella dichiarazione che il banchiere italiano Mario Draghi, presidente della Bce, rilascia a Londra il 26 luglio del 2012: «Nei limiti del nostro mandato, la Bce è pronta a fare qualsiasi cosa per salvare l’euro. E credetemi, sarà abbastanza!».
Ha cosi inizio la Fase 2 dell’intervento della Bce: politica monetaria aggressiva con tassi di interesse addirittura in campo negativo, viene lanciato l’Outright Monetary Transactions (OMT), ovvero l’impegno ad acquistare titoli governativi in quantità illimitata frenando le spinte speculative… viene introdotta una nuova misura “non convenzionale” di politica monetaria ossia le operazioni di rifinanziamento a lungo termine “targeted” (Targeted Long Term Recinancing Operations) per 400 mld, volte ad incentivare l’erogazione di prestiti bancari a favore del settore privato non finanziario dell’area euro… e nel 2015 si arriva ad estendere i programmi di acquisti anche ai titoli pubblici dell’Area Euro… nasce l’Expanded Asset Purchase Programme (EAPP) meglio conosciuto come ‘quantitative easing‘, misura nata con una durata triennale ma potenzialmente prorogabile e rinnovabile fino a quando la situazione finanziari dei paesi dell’area Euro sia tornata alla normalità.
Come in tutte le altre grandi crisi finanziarie, dopo mesi o anni di recessione e di difficoltà, seguono anni di ripresa economica e di crescita dei mercati… l’indice Eurostoxx che nel 2011 era su valori minimi di 216 € nel febbraio 2020 arriverà a quotare 433 € con un incremento di oltre il 50 percento!
Solo a marzo del 2020 la crescita economica e dei mercati subirà una nuova e improvvisa frenata… a causa di una crisi sanitaria mondiale… ma questa è storia recente e la racconteremo quando sarà finita!