E’ trascorso quasi un ventennio da quando l’Euro, superata la bolla delle “dot-com” 🔗raggiungeva la parità con il Dollaro Americano e iniziava una cavalcata senza soluzione di continuità che lo avrebbe portato nel 2008, in piena La crisi “mutui subprime”🔗 a raggiungere quota 1,60!
L’aumento dei costi delle materie prime, amplificato dal conflitto in Ucraina e il rallentamento della crescita economica mondiale hanno generato un clima di incertezza e di paura che ha spinto gli investitori a cercare rifugio nella sicurezza del Dollaro Americano. La Fed (Banca centrale Usa) si è mossa peraltro molto prima della Bce per contrastare l’aumento dei prezzi ed ha avviato una politica restrittiva nonostante le possibili ricadute sul ciclo economico statunitense.
In questo scenario si è assistito ad un progressivo rafforzamento del dollaro sull’Euro che nel mese di Giugno, per la prima volta dopo venti anni si è portato sul livello di parità.
LE PREVISIONI DEGLI OPERATORI ECONOMICI
Secondo un importante Istituto di Credito (*) il valore del dollaro dovrebbe consolidarsi nel breve/medio termine; nonostante la Bce nei prossimi mesi metterà in atto una politica di aumento dei tassi e di contenimento dei prezzi, si ritiene che la debolezza dell’Eurozona e i timori di una forte recessione economica possano mantenere il rapporto EUR/USD su livelli bassi anche se non posizionati sui minimi delle prime settimane di luglio.
Previsioni sul tasso di cambio (*):
1 mese: 1,05
3 mesi: 1,08
6 mesi: 1,10
12 mesi: 1,13
24 mesi: 1,18
ASPETTI MACRO
A livello globale la crescita dell’inflazione, la crisi energetica e il conflitto in Ucraina hanno generato uno scenario del tutto singolare: L’Eurozona, da sempre leader nelle esportazioni è diventata un’area importatrice (la bilancia commerciale dell’Eurozona da gennaio a maggio 2022 ha registrato un disavanzo di 85 miliardi di euro) ma se Bruxelles piange, Washington non ride! Infatti, a causa del rafforzamento del dollaro, che rende meno attraenti i prodotti e i servizi statunitensi all’estero la Bilancia Commerciale Usa ha registrato nello stesso periodo un disavanzo di 460 miliardi di dollari.
Il cambio euro-dollaro in parità non è una buona notizia per nessuna delle due parti. Per l’Eurozona significa acquistare materie prime a costi più alti, quando già i prezzi sono esplosi nell’ultimo anno. Per gli USA si traduce nell’ulteriore perdita di competitività per le sue imprese.
GLI EFFETTI PER I CITTADINI
La parità Euro Dollaro rende molto attraenti le mete europee per i cittadini americani. Se un viaggio di 1.000 € in Italia a maggio del 2021 costava per uno statunitense 1.186 $, a distanza di un anno il costo è di 1.006 $ con un risparmio, solo per effetto della variazione del cambio di ben 180 $ (pari al 15%).
A fine estate potremo verificare se l’indebolimento dell’euro avrà portato benefici al turismo e alle nostre esportazioni, soprattutto nel Made in Italy.
Per la stessa ragione acquistare beni negli Usa per i cittadini europei è diventato più oneroso. Se a luglio 2021 un iPhone 13 dal costo di 799 $ sarebbe costato 673 €, a luglio 2022 il costo sarebbe salito a 794 € (+ 121 €, pari al 18%).
LE CONSEGUENZE PER LE IMPRESE
In linea generale una valuta più debole rappresenta una grande opportunità per i Paesi esportatori come l’Italia e L’Europa nel suo complesso. Vendere all’estero le nostre merci diventa più conveniente, rendendo le aziende europee più competitive sul mercato. Analogamente le aziende Statunitensi sono penalizzate dal rafforzamento del Dollaro e meno attrattive sui mercati internazionali.
Così mentre Microsoft ha tagliato le previsioni di utili citando proprio l’impatto dei cambi e in particolare la forza della moneta a stelle e strisce, il gruppo italo-francese Essilor Luxottica ha annunciato per l’area del Nord America, con riferimento al primo trimestre dell’anno in corso (quindi manca ancora l’effetto legato all’ulteriore rafforzamento degli ultimi mesi), un fatturato comparabile di 2.565 milioni di euro, in crescita del 7,8% a cambi costanti rispetto al primo trimestre dell’anno scorso e del 15,8% a cambi correnti, ossia quasi il doppio. In maniera simile, per i primi quattro mesi dell’anno in corso, Autogrill ha annunciato ricavi consolidati riferiti al Nord America pari a 572,2 milioni di euro, in crescita del 97,9% a cambi costanti e del 114% a cambi correnti.
Ma la particolarità del momento rende più incerto questo principio, in quanto a causa della mancanza di autosufficienza energetica e al forte aumento dei prezzi delle materie prime, i maggiori costi sulle importazioni potrebbero neutralizzare nell’Eurozona i vantaggi sul fronte dell’export.
IMPATTO SUI PORTAFOGLI FINANZIARI
Come noto l’andamento di un investimento finanziario dipende non solo dalla performance di mercato ma anche dalle fluttuazioni del tasso di cambio. Il rafforzamento del dollaro statunitense ha avuto un impatto positivo sugli asset denominati in USD.
Ad esempio il Fondo Pictet Strategic Credit denominato in Usd ha avuto una variazione negativa del 8,81% da inizio anno; considerando l'”effetto cambio” il rendimento nello stesso periodo da negativo diventa addirittura positivo (+7,81%, con un effetto apprezzamento dollaro pari al 16,62%).
Il rafforzamento del dollaro ha quindi premiato, almeno in questa fase gli investitori più audaci che maggiormente erano esposti in dollari!
(*) Direzione Studi e Ricerche di Intesa San Paolo (dati Bloomberg) – Focus 8 luglio 2022