Dopo la Bolla dei Tulipani (1637…) facciamo un bel salto nel tempo per ricordare un’altra grande crisi scoppiata dopo anni di grande euforia! Ancora una volta il ruolo da protagonista lo interpreta l’essere umano umano e i suoi comportamenti irrazionali!
Ci troviamo negli Stati Uniti d’America alla fine del primo conflitto mondiale… i ruggenti anni Venti!
Anni di benessere e spensieratezza… negli Usa il pensiero principale è comprare, consumare e divertirsi… gli anni ruggenti… l’età del Jazz!
Il cuore pulsante di questa prosperità è Wall Street, la Borsa di New York! Nel periodo che va dal 1922 al settembre 1929 l’indice azionario Dow Jones passa da 63,0 a 381,17… registra quindi uno straordinario incremento di circa il 500%.
Molti risparmiatori iniziano a investire in borsa attratti dal miraggio degli affari facili… un milione di americani investe in Borsa.
E non è nemmeno necessario avere soldi per poter sfruttare le opportunità dei mercati…
Le banche infatti, spinte da una politica monetaria decisamente espansiva, rendono disponibili ingenti risorse che vengono in gran parte investite nell’acquisto di azioni.
La tecnica utilizzata è quella del “riporto” con cui i risparmiatori possono acquistare titoli tramite la liquidità fornita dagli Agenti di Cambio mettendo in garanzia i titoli stessi… gli Operatori di Borsa a loro volta si finanziano presso le Banche portando a garanzia le azioni concesse in riporto dai risparmiatori.
Un meccanismo finanziario all’apparenza perfetto che si basa però sul presupposto (subdolo e fallace…) che i titoli azionari crescano costantemente e comunque in misura superiore agli interessi (molto elevati…) applicati dalle Banche.
Ma l’euforia e lo splendore di Wall Street non sembra coerente con quello che si osserva nell’economia reale… l’agricoltura e l’industria vivono il fenomeno della sovrapproduzione, i consumi si contraggono e la merce rimane invenduta… si assiste al fenomeno dell’Economia di Carta.
Nel marzo del 29 si intravedono i primi segnali di un possibile crollo dei mercati… ma la Riserva Federale, in linea con la politica liberista del governo e del suo presidente Hoover (“presto l’America si riprenderà…”) decide di non intervenire…
E si arriva cosi al 24 ottobre del 1929… il Giovedì nero di Wall Street!
In due ore 8 miliardi di perdite, le banche richiedo la restituzione dei prestiti serviti per l’acquisto delle azioni ormai ai mini valori. I risparmiatori sfiduciati prelevano denaro dai conti e vendono in massa le azioni… Il mercato crolla!
Ma è il 29 ottobre del 1929, il Martedì nero il giorno in cui la Borsa di New York vive il peggior momento della sua storia… in 1 giorno vengono bruciati 25 miliardi di dollari!
Al fallimento della Bank of United States (colloso da 400.000 clienti…) segue il default di oltre 5.000 istituti bancari… si innesca un circolo vizioso che genera milioni di disoccupati… in 1 anno 2 milioni e mezzo di cittadini perdono il lavoro! Si genera una catena di suicidi senza precedenti.
L’America è in ginocchio!
E’ la fine degli Anni Ruggenti e inzia la Grande Depressione…
Come uscirà l’America da questa grande cirsi?
La storia racconta che bisognerà aspettare il 1932 per intravedere l’inizio di un percorso virtuoso di rinascita… il popolo americano elegge come Presidente il democratico Franklin Roosvelt sposando il suo visionario progetto… il New Deal!
Vengono introdotte iniziative a sostengo dei consumi, si avviano importanti opere pubbliche, si mettono in sicurezza le Banche con controlli per evitare fenomeni speculatori e vengono introdotte tasse progressive per i più benestanti… Si inizia inoltra a parlare di assistenza e di welfare!
Negli Stati Uniti torna la fiducia e l’ottimismo… ma solo fino al 1939 quando ha inizio il più grande conflitto della Storia… La Seconda Guerra Mondiale.